PIANO DELL’ARREDO URBANO? NO GRAZIE!!

Nel 2018 il piano dell’arredo urbano era stato annunciato come un nuovo look della Norcia ricostruita dopo il terremoto e delle sue frazioni. Oggi, invece, il nuovo piano dell’arredo urbano voluto dall’amministrazione comunale di Nicola Alemanno è un ulteriore problema che si somma all’ammasso di problemi insoluti rimasti sul tappeto.

La ricostruzione ancora non riesce a partire aldilà delle chiacchiere del sindaco che pur albergando da quasi cinque anni nella cabina di regia ha cavato ben pochi ragni dal buco. Anziché cercare di risolvere i problemi che quotidianamente le persone devono affrontare, lui continua a vivere in un mondo tutto suo, fatto solo di apparenza e di progetti inutili o faraonici.

Il piano dell’arredo urbano è uno di questi perché certamente, in questo difficile momento, non è prioritario per la comunità di Norcia realizzare la copertura del corso Sertorio, l’introduzione di un nuovo look per i dehors, posizionare i maialini decorativi per rappresentare l’identità del territorio o tanto meno arredare le frazioni con la panchina Nursia e tutti gli altri elementi (tavolini, portabiciclette, mangiatoie, fontane…) ricavati dalle macerie causate dal sisma del 2016.

A tutto questo, il gruppo ‘Noi per Norcia’, con i consiglieri Giampietro Angelini, Cristian Coccia, Antonio Duca e Pietro Iambrenghi, ha detto no in Consiglio comunale ma l’Amministrazione Alemanno, forte della propria maggioranza, è andata avanti con questa assurdità, partorita da una Fondazione di Lugano (Svizzera) che poco ha in pratica il nostro territorio.

Quello che è stato pensato ed attuato dall’Amministrazione Alemanno è una nuova ‘tassa’ che incombe sulle attività commerciali e sull’intera comunità costretta non solo a sostenere spese ingenti per rinnovare i propri spazi esterni in un momento particolarmente difficile per la doppia emergenza legata al sisma e al COVID, ma soprattutto  ad ‘omologarsi’ a direttive decise dall’alto – modello Napoleone – perché, a quanto pare, queste decisioni  non sono state partecipate né tanto meno  condivise con nessuno.

La riprova di questo si è avuta nell’ultima sessione del Consiglio Comunale, durante la quale l’Amministrazione è stata costretta a differire al prossimo anno i termini di entrata in vigore dell’adeguamento alle disposizioni  previste dal nuovo regolamento dell’arredo degli spazi pubblici della città.

Inoltre, la stessa amministrazioni con decisioni quanto mai discutibili e umorali prima da un senso e poi dall’altro, continua a vessare molte attività commerciali escludendole dal diritto di occupazione del suolo pubblico all’aperto, in un periodo congiunturale legato all’emergenza Covid19, durante il quale si dovrebbe tendere ad incentivarlo. Queste prese di posizione slegate da qualsiasi ragionamento logico, come molte altre decisioni che l’amministrazione è solita assumere, contribuisce a gettare gli operatori economici in un clima di incertezza e ad acuire la crisi attualmente in atto.

Per questi motivi noi continuiamo a chiedere

L’ABROGAZIONE DEL PIANO DELL’ARREDO URBANO RECENTEMENTE APPROVATO E
IL VARO DI NECESSARIE MISURE A SOSTEGNO DELLE
ATTIVITA’ COMMERCIALI E TURISTICHE.